Decreto-legge 1 settembre 2008, n. 137
"Disposizioni urgenti in materia di istruzione e università" pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 204 del 1° settembre 2008

Sbagliavo a pensare che non fosse ancora leggibile, ed invece il Decreto Gelimini eccolo qua.
Siccome ne ho parlato un po’ con tutti e mi sono sempre detto d’accordo, vediamo di analizzarlo per punti.

Art.1 – Si introduce un ciclo di istruzione circa Cittadinanza e Costituzione. Più che positivo se fatto bene, non tanto sul piano della teoria delle istituzioni quanto sul piano del rispetto delle norme vigenti.
Art.2 – Il voto in condotta. Capisco che la novità è l’introduzione di tale voto anche alle elementari e medie. Ma di questi tempi, con la maleducazione che c’è fra i ragazzi, mi sembra sacrosanto. Io ancora mi faccio vanto del mio 10 in condotta (condiviso con l’intera classe. cosa che ci fece finire persino sul giornale).
Art.3 – Anche il voto in decimi non mi sembra chissà quale scandalosa proposta. Almeno il genitore avrà chiaro il risultato. Altro che buono, bene, benino, etc… E se il bambino pinage per un 3, una sonora strigliata, niente amici per una settimana e testa china sui libri per recuperare.
Art.4 – E’ vero, si parla di maestro unico e di ventiquattro ore di servizio setimanale. E’ però lasciata lla scuola piena facoltà di aggiungere ore supplementari per venire incontro alle esigenze delle famiglie (il doposcuola! fortuna che l’ho sempre schivato. brrr…). Certo un bel taglio, ma giudicarlo a priori non è facile. Per me un insegnante unico è sufficiente; posso ammetterne un secondo che si occupi della lingua straniera o dell’informatica (anche se non saprei bene cosa possano farsene i bambini delle elementari del pc). Speriamo soltanto che si taglino gli stipendiati partendo dai più anziani, che ormai hanno poca voglia di fare.
Art.5 – Finalmente una decisione chiara sui libri di testo. Si cambiano con cadenza quinquennale, salvo specifiche esigenze ben motivate. Perchè nessuno degli infausti sciperanti ne parla?

Gli Art.6/7/8 sono poco interessanti e non mi dilungo.
Sottolineo invece, ma non sarà sfuggito ai lettori attenti, che il decreto riguarda soltanto le scuole elementari e medie. I tagli alle università, tanto osteggiati dalle manifestazioni di piazza, sono contenuti nelle disposizioni della legge finanziaria, Legge 6 agosto 2008, n. 133 "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria". Qui riportato l’estratto interessanto.

Con questo breve esame si dimostra come, ancora una volta, le proteste popolari siano fondate su aria fritta e voci di corridoio. Per informarsi basta poco: presumo che a molti di costoro faccia comodo non farlo per poter negare l’evidenza dei loro sbagli.

17 thoughts on “

  1. pibond says:

    I casi sono due:
    O hai la mia età di anni 74;
    oppure sono io che ho la tua.
    Non ti propongo uno scambio che sarebbe solo a mio vantaggio, ma ti confesso, che a sentire quello che scrivi, mi porta bel passato quando andavo a scuola.
    Bravo!!

  2. anonimo says:

    Interessante l’idea dello scambio.
    Tu dici uno scambio con Fabio sarebbe a vantaggio tuo, che sei più vecchio, è così Pietro? Sei sicuro?
    Vediamo: se tu fossi Fabio e Fabio fosse Pietro, di chi sarebbe il vantaggio, di Pietro o di Fabio?…

  3. anonimo says:

    Ciao fabio, grazie per aver scritto queste parole e per avre cercato la verità. Se una critica va fatta a quelli del PDLç è che lasciano sempre sfogare i casinisti prima di fare chiarezza, dovrebbero fare pubblicità e dare informazioni complete sulle motivazioni di certe scelte molto prima

  4. karagounis78 says:

    Concordo sul fatto che il Governo dovrebbe fare chiarezza fin da subito. A parlar chiaro non si commette mai reato.

    Pietro, la mia idea di scuola deriva dal mio trascorso scolastico che è stato piuttosto rigoroso e severo.

  5. pibond says:

    Anche il mio, sia pure in specialità diverse. Al momento di dirlo, ho pensato che avrei avuto il vantaggio di tornare in un corpo giovane rivestito da una persona determinata e coscienziosa come appari.
    Tu perderesti, al confronto perchè ti rivestiresti di un corpo avente una speranza di vita decimata rispetto alla tua. Quanto alla mia persona, ti confesso, è legata solo alle piccole ed ultime soddisfazioni della vita: l’affetto che il prossimo mi può donare ascoltandolo.
    Che bello ascoltare una persona che mi parla!

  6. lordofsorrow says:

    Art.1 – Si introduce un ciclo di istruzione circa Cittadinanza e Costituzione. Più che positivo se fatto bene, non tanto sul piano della teoria delle istituzioni quanto sul piano del rispetto delle norme vigenti.
    Certo Indispensabile parlare di norme e doveri. Non parliamo dei principi della costituzione anzi la costituzione non tocchiamola propio che tanto se non fai l’università non ti serve conoscerla… Così tra 30 anni la togliamo.
    Art.2 – Il voto in condotta. Capisco che la novità è l’introduzione di tale voto anche alle elementari e medie. Ma di questi tempi, con la maleducazione che c’è fra i ragazzi, mi sembra sacrosanto. Io ancora mi faccio vanto del mio 10 in condotta (condiviso con l’intera classe. cosa che ci fece finire persino sul giornale).
    Anche io credo al voto in condotta ma credo un poco meno alla scala che si usa. Ora Quando facevo le superiori l’8 in condotta era come avere 6 reale il 9 era come avere dal 7 al 9 e il 10 era come avere 10. In un sistema dove tutti hanno 10 che utilità ha dare un voto ??’ In un sistema dove molti non hanno menache la sufficenza invece di aggiungere voti farei autoicritica. Se i ragazzi sono buzzurri è colpa di chi li educa! Se andiamo a vedere le agenzie educative del nostro tempo ci troviamo Scuola famiglia e Televisione. Chi educa la televisione ?? Di chi é la televisione ?? I giovani guardano Lucignolo o Blob ‘?
    Art.3 – Anche il voto in decimi non mi sembra chissà quale scandalosa proposta. Almeno il genitore avrà chiaro il risultato. Altro che buono, bene, benino, etc… E se il bambino pinage per un 3, una sonora strigliata, niente amici per una settimana e testa china sui libri per recuperare.
    Qui farei un distinguo dalle elementari alle altre scuole. Un bambino di 8 anni che vale 3 non è una bella cosa da dirisi. Un bambino di 8 anni che vale 3 è il fallimento dell’intero sistema educativo (torniamo a scuola famiglia televisione). Una persona non dovrebbe valere un numero un bambino Non dovrebbe essere valutato ma educato. All’inizio non servono le nozioni serve educare i bambini allo studio alla curiosità alla lettura alla gioia del sapere non alla Valutazione. Educare alla punizione, tacciare di mancanza di futuro non è una cosa sana, senza andare su titoli impegnati per vedere come vive uno condannato a essere “asino” vi consiglio “Diario di Scuola” di Pennac.
    Se poi potessi aggiungere una piccola osservazione sul “Voto” allora direi che l’apprendimento finalizzato al voto e non alla conoscenza organica è una perdita di tempo e soldi. la vera riforma sarebbe da fare sui metodi ma un’ Avvocato che si è laureato ed iscirtto all’albo In meridione pur essendo settentrionale (ahh la meritocrazia gelminiana) non ne ha le competenza.
    Art.4 – E’ vero, si parla di maestro unico e di ventiquattro ore di servizio setimanale. E’ però lasciata lla scuola piena facoltà di aggiungere ore supplementari per venire incontro alle esigenze delle famiglie (il doposcuola! fortuna che l’ho sempre schivato. brrr…). Certo un bel taglio, ma giudicarlo a priori non è facile. Per me un insegnante unico è sufficiente; posso ammetterne un secondo che si occupi della lingua straniera o dell’informatica (anche se non saprei bene cosa possano farsene i bambini delle elementari del pc). Speriamo soltanto che si taglino gli stipendiati partendo dai più anziani, che ormai hanno poca voglia di fare.
    Evvia di fiera del Luogo comune…gli insegnanti anziani hanno poca voglia di fare. Conseguenza: la soluzione comune….Tagliamo gli stipendi così faranno ancora meno. Per quanto riguarda il maestro unico sin dalla psicologia del conflitto si dice che una sola figura è controproducente sia per gli allievi (che saranno vittime di una monovalutazione estesa a tutte le materie) sia per gli insegnanti ( che sacrificheranno ore di materie che li trovano meno preparati a favore di quelle che più li aggradano) sia delle famiglie ( che avranno modo di interagire con un solo maestro e non potranno avere più feedback sui figli). Quindi se posso esser sincero no al maestro unico. Se poi potessi fare una domanda …..
    Queste ore supplementari si dovranno pagare col bilancio della scuola ?? Del provveditorato ?? Del comune ?? DI chì??? Perchè è comodo dire puoi fare questo… ma se poi non ti do i soldi come lo fai ?? Ci sono scuole che usano i cartelloni solo con le matite per poi cancellarli e usarli l’hanno dopo. Altre che si fanno i gessetti con la scajola. Altre che si fanno regalare la carta igenica dalle famiglie…. Chi le paga queste ore ??
    E’ ancora un diritto delle famiglie avere uno stato che gli aiuta a gestire i figli mentre lavorano o c’è solo più la televisione ?? Ventiquattro ore la settimana sono 4 giorno da 5 e uno da 4 ore ?? Vuol dire dalle 8 alle 13 e dalle 8 alle 12 ??? Ba e le famiglie.
    Art.5 – Finalmente una decisione chiara sui libri di testo. Si cambiano con cadenza quinquennale, salvo specifiche esigenze ben motivate. Perchè nessuno degli infausti sciperanti ne parla?
    Non è per dire ma un articolo giusto (che comunque lascia quelle maledette paroline che autorizzano chiunque a smaialeggiare) non salva una legge che mina il senso stesso di Formazione.
    Comunque sia il problema resta uno solo. tagliare sulla formazione quando si potrebbe tagliare tutto il resto è folle. Credo che la scuola sia il motore del futuro. Dalle materne all’università sarebbe giusto investire più di quanto investiamo in sicurezza, anche perchè la cultura crea giustizia. Detto questo anche a me gli scioperi non piacciono molto. Quanto meno mi sembra stupido scioperare davanti alle scuole sarebbe più giusto farlo davanti alle prefetture e ai ministeri rappresentazioni del potere esecutivo sul territorio. Non è la scuola a sbagliare ma il governo. Oltretutto sarebbe meglio che questi ragazzi non si facciano fregare come nel ’68 e che iniziassero a difenderesi da quegli esagitati che vanno in giro con camionette a pestare la gente coi manganelli. Si iniziasse a lasciarne perterra una decina allora smetterebbero di andare in giro mascherati da ultrà e ricomincerebbero a mettersi la loro divisa:) Chi ha orecchie per intendere inTenda gli altri in camper.

  7. lordofsorrow says:

    Per la cronaca uno di quelli che ha votato questa legge è questo che ha lasciato questa intervista.
    Leggetela e poi ditemi se gente che si accompagna a cotanto uomo può parlare seiramente di scuola
    http://www.repubblica.it/2008/11/sezioni/politica/dell-utri-parla/dell-utri-parla/dell-utri-parla.html

  8. karagounis78 says:

    Vanet, non sono molto d’accordo con ciò che dici. Alcuni punti sono condivisibili, ma secondo me siamo su posizioni troppo opposte perchè si possa cercare una mediazione soddisfacente.
    Io vedo nel voto e nella disciplina il primo passo per avere un cittadino istruito ed educato. Tu, che forse hai una visione più aperta della mia, ci vedi un giogo che ingrigisce la persona.

  9. lordofsorrow says:

    No Fabio. Educazione e rispetto delle regole sono indispensabili. Ma entrambe non dipendono ne da un voto ne dalla pena. Devo nascere con la consapevolezza. Se l’educazione diventa un costume (inteso come uso comune) non si adatterà mai ai cambiamenti della realtà. L’educazione deve nascere dal rispetto di se stessi e dalla consapevolezza che i nostri atti influiscono su di noi come sulle alltre persone. Permettimi solo di sottolineare che la scuola deve cambiarla chi la fa non chi deve far quadrare i conti. Rimane comunque che quella del voto in condotta è la meno peggio delle brutte cose. Il maestro unico, l’educazione civica come studio dell’insieme di DOVERI e non come presa coscienza del valore dei diritti ( e dei doveri che ne susseguono), i tagli alla ricerca, ai Bidelli, alle attrezzature questo sì diventa un problema. Poi non vedo perchè non si possa discutere sui contenuti con posizioni distanti io non voglio evangelizzarti.o sbaglio ??

  10. IlMendicante says:

    Io scelgo un approcio pragmatico.

    68,000 bidelli in Italia. Sessantottomila?
    Ma quanti bidelli ci sono in ogni scuola? Evidentemente quanti ce n’erano al Classico negli ultimi anni della mia frequentazione, ossia – secondo un simpatico scherzo che girava per i corridoio – più che non gli studenti.

    Ma poi questi bidelli cosa fanno? No perchè non so se lo sapete, ma di recente i bidelli hanno smesso di “fare le pulizie” nelle scuole. La maggior parte degli istituti paga cooperative/agenzie private per effettuare la manutenzione di aule, piani etc.

    Quindi cosa fa un bidello? Le parole crociate in corridoio. Lo so io, lo sapete voi, ma ovviamente il politicamente corretto ci “impedisce” di dirlo. Aggiungiamo qualcosa? Facciamolo.

    Gli insegnanti multipli. L’offerta “formativa”. Qui si parla di medie ed elementari. Alle medie gli insegnanti per materia già esistono. Alle elementari c’era il maestro unico, poi sono stati introdotti tre, quattro, sei maestri. Ora, se per un secondo usciamo dalla mentalità di sinistra per cui la scuola è un parcheggio per laureati falliti e un sistema sostitutivo di ammortizzatori sociali, se smettiamo di pensare la scuola in funzione dell’insegnante e la iniziamo a pensare in funzione dello studente, che cosa ci troviamo a considerare?

    Un bambino che vada alle elementari non impara la matematica. O meglio, la impara ma non ad un livello per cui la “specializzazione” dell’insegnante si in qualche modo rilevante. Qui non si parla di svilire la formazione degli studenti mettendo un laureato in ingegneria elettronica ad insegnare meccanica dei fluidi. Qui si parla di insegnare ai bambini le moltiplicazioni, i problemini e la grammatica italiana. Se un solo “maestro” non è abbastanza qualificato per fare un lavoro che centinaia di generazioni di maestri hanno fatto prima di lui, all’ora l’impoverimento culturale è nella testa di chi scalda le cattedre piuttosto che in quella degli studenti che guardano Mamma Tivvù.

    No perchè qui secondo me quelli che si dovrebbero sentire offesi sono gli eternamente vilipesi insegnanti (quelli veri), che si sentono “difendere” dai propugnatori della scuola come parcheggio sociale con argomentazioni come “la qualità dell’offerta formativa”. Prego? Stiamo dicendo al maestro Paolo, che magari è uscito dal magistrale con 60 e ha preso una laurea da cento e passa in lettere moderne, che non è qualificato per insegnare ai bambini quanto fa 6 per 6? Che non gli può insegnare come si accende un computer? Ma cos’è, un mezzo deficiente o una persona?
    E se all’insegnante manca qualche competenza (magari inglese o informatica, e ripeto, si parla di livello da scuola elementare), investiamo in formazione per l’insegnante. Ma con un pizzico di rispetto per la risorsa umana (e per l’istituzione scuola), rispetto che non si traduce nel parcheggiare 6 persone ad insegnare a 5 classi di scuola elementare colla scusa che Paolo, laureato con lode in formazione, non è qualificato per insegnare matematica. Non ci vuole una laurea in fisica per fare 6×6, e non si mettono gli ignoranti ad insegnare ai nostri figli.

    E torniamo al punto. I bambini alle elementari non imparano la matematica. I bambini vengono formati da un insegnante che ne segue i progressi, la formazione del carattere, le capacità di socializzazione. Lasciamo che i bambini siano bambini e i maestri siano maestri.
    E se i genitori hanno “cattivo” feedback per via di un cattivo insegnate, facciamo fuori il cattivo insegnante. Se la scuola smette di essere un ammortizzatore sociale, iniziamo a licenziare i cattivi maestri e magari, dico magari, a pagare quelli bravi in manieria più dignitosa e consona al loro ruolo, che era fondamentale prima di essere svilito da chi ha visto nella scuola uno strumento al servizio della politica (“sociale” se volete) invece che al servizio degli studenti.

  11. lordofsorrow says:

    Ribadisco che una sola figura per i bambini è poco. E non lo dico solo io ma fior fiori di pedagogisti. Fate che vi garba.

  12. Dregoth says:

    Nel mare di cose a mio modo di vedere tra il meramente incondivisibili e l’assolutamente deliranti, mi limiterò a commentare quella più assurda:

    “bambino di 8 anni che vale 3 è il fallimento dell’intero sistema educativo”

    La verità è che “bambino di 8 anni che vale 3” è statistica dell’evoluzionismo.

    Il fallimento del sistema educativo è quando questo soggetto assorbe risorse pubbliche per l’insegnamento obbligatorio prolungato e, in virtù di chissà quale principio egalitario, dopo questo danno può pure andare ad affollare le nostre università.

  13. lordofsorrow says:

    ahahah! Certo che ne dici di cose che non rendono molto!
    Il sistema educativo deve essere tarato per fare in modo che le persone raggiungano gli obbiettivi non per raggiungere gli obbiettivi a discapito di pochi.
    Educare ha una bella etimologia
    Quasi come Responsabilità.
    Che è quella che bisogna instillare nello studebte
    Cosa facciamo li inseriamo nei forni ?? Tutti quelli che non sono meritevoli o in media ?? Non diamo la possibilità alle persone ?? Si ecco già immaginavo che fosse così il piano. Oppure possono studiare gli stupidi solo se sono richhi ??

  14. Dregoth says:

    Ho visto di recente ad Amsterdam una rappresentazione fiamminga dell’iconoclastia. E’ incredibilmente forte ed evoca perfettamente il cieco slancio degli iconoclasti guidati dalla furia e per nulla dalla ragione. Allo stesso modo, ecco che certa parte del pensiero rinuncia alla logica e alla persuasione con onesta dialettica per scagliarsi come un secchio di vernice per un Pollock. Ed ecco che vengono tirati in mezzo i forni, i “richhi” (le due “h” immagino siano per rafforzare il concetto, come oBBiettivo… e perché non “obbiettivvo”, ancora più carico di rancore, tanto ormai all’Accademia della Crusca va bene tutto).
    Credo ci siano poche persone al mondo che siano per le pari opportunità come me, anche tramite affirmative action se necessario, e per la scoperta e la premiazione del merito. Semplicemente, la generalizzazione non aiuta nessuno. Non aiuta quelli bravi e che hanno mezzi, né quelli bravi che hanno bisogno di sostegno, perché tutti questi sono costretti a convivere con la massa di incapaci che per cieco spirito egalitario “hanno tutti i diritti”.
    Per ragioni scientifiche, non tutti hanno le stesse capacità intellettuali, né tutti possono utilizzarle al meglio nelle stesse attività. Se un soggetto ha l’intelligenza di un primate, non c’è niente di più naturale e costituzionalmente legittimo che mandarlo a raccogliere caschi di banane.

  15. karagounis78 says:

    Come sempre Augusto illumina con le parole le mie idee.
    L’eguaglianza è corretta fino ad un certo punto. Poi si avere il coraggio di ammettere i proprii limiti, aiutati dagli educatori, e prendere una strada che non porti necessariamente alla laurea a tutti i costi (e che costi!).
    Perchè guardate come siamo messi ora: occorre una laurea per ogni lavoro e praticamente si è perso il valore qualificante degli sforzi fatti. Gli ingegneri, per esempio, sono ormai alla stregua di periti più preparati, ma non meglio stipendiati.
    Se in questo processo di scremazione perdiamo un 1% di ottimi laureati (sebbene ai tempi del liceo fossero delle scarpe), beh il mondo sopravviverà.
    La vera parità sta nel distrarre dal percorso di laurea anche i figli di papà che non hanno problemi di soldi.

  16. IlMendicante says:

    Alla fine io ci metto la mia esperienza di “studente” di giurisprudenza che ha finito gli esami e, anche aiutato da professori al limite del ridicolo, non ha ancora preso la laurea.

    E’ una cosa che in fondo mi inorgoglisce. In un mondo in cui una laurea ormai non si nega a nessuno, mi sento gratificato dal poter guardare indietro e osservare come non ho ancora ricevuto un pezzo di carta che attesti la mia partecipazione alla farsa di università che ho seguito.

    Che in fondo è anche una forma di protezione: se domani la mia attività dovesse fallire e finissi a fare job hunting, una laurea welfare stile Italia potrebbe mettermi nei guai. Tre anni fa ho dovuto licenziare un ingeniere informatico che non sapeva usare il CAD. Ditemi voi.

  17. karagounis78 says:

    Beh il CAD non è strumento da ingegneri informatici, ma meccanici e civili. Mi stupirei del contrario.

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