Oltre a stimolare considerazioni geopolitiche, tanti commenti alle rivolte nordafricane mi fanno riflettere sull'opportunità di un simile evento in Italia.
Io non credo che da noi possa attecchire un tale sommovimento popolare: concordo con chi afferma che la nostra condizione socio-economica non è tale da spingerci a gesti tanto estremi. Non facciamo la fame, per farla semplice.

Ma ragionando per assurdo, sarebbe un'opzione lecita e condivisibile? Voglio dire, noi viviamo già in uno stato democratico e non scendremmo certo in piazza inneggiando al Re o ad un dittatore. Se quindi non vogliamo cambiare a tipologia di governo ma solo il Governo attuale, non verrebbe sovvertito il regolamento democratico che tutti noi abbiamo accettato come cittadini italiani?
Voto un gruppo politico, poi se non mi sta più bene scendo in piazza e lo mando a casa. Si crea un precedente pericoloso. Giusto o sbagliato, i parlamenti ed i governi si scelgono tramite regolari elezioni che vanno rispettate; le regole del dibattito istituzionale sanciranno la durata dei governanti e le loro capacità.

Certo vedendo tanta incapacità, malcostume e menefreghismo verrebbe da pensare che una sollevazione di piazza sia un'ottima soluzione, veloce e definitiva. Ma le elezioni successive vedrebbero sempre presenti gli stessi attori, solo con slogan diversi. La rivoluzione, per suo stesso nome, deve ribaltare e cose, non cambiarne il look. Si proponesse almeno una nuova fase costituente, per una Repubblica italiana 2.0…

2 thoughts on “

  1. arimichan says:

    l'italiano medio si lagna, ma poi subisce ogni cosa passivamente, dubito arriveremo mai alla rivolta… troppo faticoso, meglio guardare corona, sanremo o veline in tv

  2. karagounis78 says:

    Concordo

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