Monthly Archives: December 2006

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La nebbia a Biella questa sera è calda, spessa, ha un che di fumoso nell’odore. Sapete quel caratteristico profumo di tabacco di certi sigari cubani. E’ anche piacevole passeggiare immersi in questa bambagia che attutisce rumori e luci: si è maggiormente soli con sè stessi e con chi è così vicino da non confondersi con la nebbia.

Vorrei che scendesse un velo simile anche sui miei pensieri. Non perchè mi tormentino, soltanto perchè potrei focalizzarmi su altri punti che non siano fantasie sessuali o matematiche. Eppure l’armonia dei numeri, la semplicità delle soluzioni geniali, l’intreccio perfetto di due corpi, i movimenti così naturali, hanno un effetto non solo inebriante ma quasi rasentano l’assuefazione. E’ bello trovare nel mondo concetti o atti che svelano tutta l’armonia e l’ordine naturale dell’universo.

Anche su internet sembra ci sia chi vede legami tra le due materie:

Top Ten Things That Math and Sex Have in Common
10. Explicit discussions of either topic is a faux pas at most cocktail parties.
9. Historically, men have been in control, but there are now efforts to get women more involved.
8. There are many joint results.
7. Both are prominent on college campuses, and are usually practiced indoors.
6. Most people wish they knew more about both subjects.
5. Both involve long and hard problems, and can produce interesting topology and geometry.
4. Both merit undivided attention, but mathematicians are prone to think about one while doing the other.
3. Saint Augustine was hostile to both, and Alan Turing took an unusual approach to both.
2. Both typically begin with a lot of hard work and end with a great but brief reward.
1. Professionals are generally viewed with suspicion, and most do not earn high pay.

Ok, io stavo parlando di un piano di similarità più metafisico, tuttavia sorriderci sopra non è peccato. E ora, siccome per il sesso devo aspettare, torno all’avvincente storia della soluzione delle equazioni di 5° grado.

XXX

In giornate come questa, quando sono a casa dal lavoro, seduto davanti al pc a navigare su internet, l’unico pensiero che mi frulla in testa è il sesso. troppo facile imbattersi in rete in materiale porno, specie quando si sa dove andare a cercarlo e non si hanno altri siti interessanti da vedere. L’unica cosa di buono che hanno i francesi è di avere un sito con una streamtv fornitissima da questo punto di vista: ogni tanto un ripasso di teoria non fa male. Tuttavia non vorrei addentrarmi troppo nei meandri del porno, anche se come argomento offre mille sfaccettature di discussione. E’ uno specchio della società moderna.

L’alternativa èparlare di auto. E’ ora di scegliere con cognizione, il che vuol dire farsi due conti in tasca di RC Auto e bollo. Per il modello Corolla Verso le assicurazioni online arrivano a chiedere intorno ai 1.200 €, comprensivo di furto-incendio. Il prezzo scende a 900 € per una Focus SW. Si potrebbe evitare la clausola furto riducendo così del 40% il costo della poliza. Se tengo in conto anche il fattore bonus rottamazione, usufruibile solo per la Focus, le conclusioni sono belle che fatte. Certo è che la Ford offre proprio pochi optional: i vetri elettrici posteriori sono un extra da 250 €; vorrà dire che risparmierò sull’autoradio e mi tengo il mio che va benissimo. Fondamentalmente la colpa è di quei comunisti al governo che fanno i marcioni e danno questi incentivi striminziti, sfruttabili solo per l’acquisto di macchine piccole.

Addio dunque sogni di grandezza: rimarrà un sogno la monovolume spaziosissima, riposto nel cassetto a fianco della bionda con le tette grosse e dell’orgia.

Comunicazione di servizio per Augu: ho in serbo una sorpresa per te! Inizia a tremare…

Domani almeno romperò la monotonia tornando in ditta per aiutare nell’inventario. Ora, finito di gustare il tè verde più amaro che abbia mai bevuto, andrò a leggere il libro di Mario Livio che mi è stato regalato; l’altro, Argento Vivo, può attendere qualche giorno. Quando scatta il trip matematico non si può dire di no.

Natale

Dopo la consueta mangiata del pranzo in famiglia, cosa c’è di meglio che scrivere due righe per digerire? E se come sottofondo si ha il Live di Kenny Chesney, ancora meglio. Natale è praticamente passato, manca solo la cena con la famiglia di Paola. Come sempre la parte bella di questa festa è l’attesa, la preparazione dei regali e dei pranzi; perchè quando ci si sveglia la mattina del 25 è già quasi tutto finito. Da quando conosco Paola ho trovato più soddisfazioni nella sera della vigilia.

Quest’anno ho voluto variare il mio classico programma e mi sono unito alla cena del Club. Cibo in abbondanza, compagnia allegra e una marea di regali. Bisogna fare i complimenti a Nice e Drizzt per la cucina: i paccheri erano ottimi, penso per via di quel delizioso ragù; ottime anche le torte salate e quel burro al prezzemolo. Mi spiace non aver dato fondo a tutte le mie possibilità di ingurgitare cibo, ma ho fatto voto di tenermi in questi giorni. Capitolo a parte merita il panettone, offerto dal Presidente: il prodotto vale tutti i suoi soldi, morbido, delicato, non pesante, nemmeno se ricoperto di crema pasticcera.

Giusto anche il tributo al buon Goio che ogni anno si tappa da Babbo Natale e distribuisce i doni, ovviamente con il suo solito fare coreografico. Direi che la tipologia di regalo più gettonata è stata sicuramente il CD, spinto da Iglia che ne ha regalati a tutti e a tutti ne ha richiesti. Per un po’ avrà sicuramente dell’ottima musica da ascoltare. Il Live di Kenny che mi sto gustando arriva proprio dal Folletto. Ringrazio di nuovo Vale, Nice, Bepo e Luce per il completo intimo in microfibra: scelta azzeccatissima; lo userò a capodanno, poi vi farò sapere se ha fatto il suo dovere. Augu, i tuoi guanti li ho già usati e tengono caldo: grazie del pensiero.

La lista dei regali si completa con ciò che mi hanno regalato i parenti. I genitori di Paola hanno optato per un bel pigiama degli Intimissimi, più del tipo da mezza stagione che non da pieno inverno, e per una splendida cintura marrone. Mia mamma è andata sul classico: pantaloni e maglione davvero di tendenza. La sorella ha scelto un titolo da una lista di libri: L’equazione impossibile di Mario Livio. Mio papà ha pensato che con la macchina nuova mi servisse un portachiavi degno, magari uno della Chimento gioielli. La stessa idea l’ha avuta Paola, che mi ha comprato un portachiavi del Didl con la lettera K; il pezzo forte è stata però la camicia azzurra firmata Lanificio Angelico, bellissima e soprattutto utilissima, dato che mi mancava. A corredo, e per questo si merita un sacco di baci, un’alce della Thun! Sono indeciso se tenerla in ufficio o sul comodino.

Merry christams to all

Notte in questura

Questo sabato avevo già dato problemi organizzativi, per la cena con gli amici che non mi aspettavo, a scombussolare i miei piani. Fortunatamente lo shopping natalizio mattutino ci ha lasciato libero il pomeriggio e non tutto è andato perduto. Ma la tragedia era dietro l’angolo. Giunti all’appuntamento sotto casa di Simone, intravediamo uno strano assembramento con due ragazzini che non conosciamo. Basta scnedere dall’auto per scoprire che Luca è stato tamponato dai due sconosciuti in scooter: una botta alla portiera e uno specchietto divelto, la carena rotta e una caviglia dolorante il bilancio del botto.

La situazione si presenta tuttavia molto ingarbugliata. Il giovane alla guida dello scooter, che cela il suo volto dietro al casco, dice di non avere con sè documenti, nemmeno quelli assicurativi, ma che è pronto a pagare i danni. Giustamente Luca non si fida e vista la ritrosia a fornire le generalità contatta nell’ordine vigili urbani, carabinieri e polizia. Solo i poliziotti risapondono all’appello, ma c’è da attendere. Intanto i due giovani inscenano un piccolo siparietto: il ferito, che non ha voluto farsi portare al pronto soccorso per accertamenti, prende e se ne va, inseguito dall’amico. Simone, vedendoli scappare, sale sulla Yaris e sgomma a tutta velocità, come nei migliori telefilm. Il conducente allora ritorna sui suoi passi.

E’ evidentemente agitato: io suppongo, sulle prime, che voglia insabbiare la questione per evitare problemi con i genitori, invece lui urla e strepita per la sfortuna che gli si è accanita contro tentando di verificare se il mezzo sia ancora in grado di muoversi. Probabilmente vuole approfittare di un attimo di distrazione e telare via, ma Luca non abbassa la guardia. Anche quando il tizio si allontana dicendo che deve ritrovare l’amico zoppicante, si trova braccato da Simone e Luca. Noialtri restiamo ad attendere la volante.

Passano quindici minuti senza notizie. Valeria decide di chiamare Simo: un minuto e mi bussa sul vetro dell’auto gridandomi di correre dietro alla provincia. Paola sale con me e partiamo a tutta birra: si mormora che si stiano pestando. La mia ciccia è già nel panico con il cellulare pronto a comporre il 113. Io penso che non ho mai fatto a pugni con nessuno. Fortunatamente è tutto un falso allarme: Valeria aveva sentito al telefono le urla dei nostri due baldi che cercavano di bloccare la fuga del conducente. Questo, con la scusa più vecchia del mondo, vado dietro l’angolo a pisciare, una specie di mossa Kansas City, è riuscito a nascondersi in qualche anfratto buio della costa del Vernato. Al suo posto entrano in scena due probabili amici del ferito dall’aria non proprio confortante: meglio salire in auto e tornare sul luogo dell’incidente, tanto più che è arrivata la pattuglia.

I due poliziotti constatano la fuga dei giovani e sequestrano il motorino, dicendoci di presentarci in questura per la denuncia dopo un paio d’ore. Sfuma così la cena in quel del Lago Sirio, sostituita da una pizza da Giordano. La seguente ora e mezza la passiamo nell’ufficio della volante a redarre il verbale. Il polizziotto è fortissimo, un Vin Diesel in divisa, gentilissimo con noi e spietato con i due balordi, uno dei quali, il ferito, è stato da poco pizzicato al pronto soccorso che si faceva visitare la caviglia dolorante. Vin ha deciso che il giovane non sarebbe andato a casa finchè non avesse sputato nome e cognome del conducente, e, per far capire che non si scherzava, ha disposto che stazionasse in corridoio, in piedi sull’unica gamba ancora sana, a spremersi le meningi. Sembra che questo ragazzo abbia già dei trascorsi da teppistello.

Nel frattempo si risale al reale intestatario della targa, un marocchino fintamente domiciliato al dormitorio, ma nulla si sa del veicolo: il numero di serie è identico a quello di milioni di altri scooter, pratica che ha fruttato alla Piaggio parecchi grattacapi. Di concerto con altri colleghi, il polizziotto manda una pattuglia nella zona del Vernato per stanare il ragazzino, sicuro di aver capito in che palazzo risieda. Noi siamo liberi di andare: le speranze che il motorino abbia l’assicurazione sono poche, ma il verdetto definitivo si avrà quando sarà stato rintracciato il ragazzo.

Per ora, dunque, dal vostro inviato è tutto. A voi studio.

Cena dell’ufficio

E dire che quando avevo lanciato la proposta alcuni colleghi mi avevano detto che non si era più fatta una cena natalizia, per vari motivi. E invece l’Ing. ha smentito tutti organizzando in una trattoria a Borriana. La mia prima cena di Natale dell’ufficio! Non si può dire che fossi emozionato, ma ci tenevo a fare bella figura. Mi sono messo in ghingheri: camicia nera, pantaloni gessati e giacca gessata alla coreana, la mia preferita; a dire il vero un paio di colleghe hanno confermato la teoria paolesca che quella giacca abbinata a quei pantaloni non si intona moltissimo.

Mamma mia come sono tentato dal fare un bel resoconto dettagliato, ma dovrei fare nomi e cognomi…dunque mi terrò sul vago. Nella mia zona del tavolo ci siamo fatti un sacco di risate con le battute e gli aneddoti dell’Ing.; dall’altra parte invece teneva banco la nuova centralinista. Nel mezzo si spaziava per ogni gradazione di atteggiamento: mi sono stupito di alcuni che avrei detto più vivaci, vedendoli solitamente in ufficio. Forse erano frenati dalla presenza delle alte sfere, che dobbiamo ringraziare per averci offerta la grande abbuffata. Io invece mi sono lasciato tirare e, pur con moderazione, me ne sono uscito con alcune battute di quelle gogliardiche.

Vediamo se riesco ancora a ricordare tutto quello che ho mangiato: serie di antipasti alla piemontese, dai salumi alla frittata, dai capunit alla lingua in verde, dai tomini a delle bruschette un po’ particolari; agnolottoni con ripieno di fonduta e noci, a cui non ho resistito e mi sono lanciato in un bis che ha fatto anche da tris; ancora un risottino alla zucca; per concludere le portate forti un arrosto con patate al forno; prima del caffè un bel tris di dolci annegati nel cioccolato fuso.

Quello che è sicuramente rimasto impresso è stato lo show di una tizia di un’altra tavolata. Già questi sembravano la cena sociale dell’INPS, per di più la grassona si alza e, chiedendo silenzio in sala, declama una poesia scritta dal famoso attore Elio Vattelapesca che sicuramente sarebbe interessata a tutti. Una composizione sul tema giovani vs vecchi che chiamare poesia è pure troppo: mancavano il ritmo e le pur non fondamentali rime. Da noi c’era chi cercava il suicidio, chi si spanciava da ridire e chi si conteneva per troppa bontà. Successivamente hanno preso la parola quelli del gruppo di Dinamica Mentale. Che cosa è la Dinamica Mentale? Un gruppo di ex tossico dipendenti o di matti non ricoverati in manicomio? Certo che il mondo è pieno di gente strana.

Peccato oggi sia tornato tutto alla frenesia prenatalizia, dimentichi delle battute fatte a tavola. Il discorso vale specialmente per un mio collega che sono un paio di giorni che ha soltanto fretta, fretta, fretta; non ci sono soltanto i suoi lavori da fare e certe tempistiche non sono da me manipolabili. E soprattuto se hai qualcosa da ridire su come ho fatto un lavoro, sei pregato di non incazzarti e di smetterla di dire "se non sei capace di fare i conti dallo a quell’altro!". Sentirmi dare dell’incapace mi fa andare in bestia, specie quando so di aver fatto del mio meglio, come in questo caso. Se la tua fretta ti porta a tralasciare le spiegazioni, dopo non puoi prendertela per certe mancanze.

Le bucoliche

Come ogni settimana ecco il classico appuntamento notturno con Il Grande Sabato del Kara. Curiosi di sapere cosa ho combinato e di conoscere le mie riflessioni o deliri da tarda nottata? Vi accontento subito.

La cronaca…Una volta tanto io e Paola abbiamo passato la serata da soli, lontani dalla solita compagnia. Programma semplice: cenetta e cinema. Film scelto da me: Un’ottima annata, con Russel Crowe, diretto da Ridley Scott. Un malato di lavaro della City londinese si trova ad ereditare una tenuta vinicola in Provenza; l’idea di vendere e capitalizzare si scontra però con i ricordi d’infanzia, una misteriosa sorella ed una donna del luogo. Non svelo il resto della trama, ma penso possiate intuirlo.

Il parere…Vedendo un film così, pur nella semplicità di questa storia romanzata, non viene voglia di chiedersi "Che ci faccio qui chiuso in città? E’ vita questa? Schiavo del lavoro, preso da mille preoccupazioni sul denaro, il traffico, la politica. La mia vita non dovrebbe essere là in quel casale che ho sempre sognato, ombreggiato, con quello splendido panorama collinare che si perde all’orizzonte?" Certo nel film il protagonista può vantare una discreta quantità di risorse finanziarie che gli permettono di condurre questa vita, ma è veramente così difficile o così sbagliato?

Uno stile di vita bucolico, passatemi il termine, a diretto contatto con la terra ed i suoi frutti, ha mille ragioni d’essere: tra le più importanti io ci vedo la riscoperta dei valori di una volta, come il senso della famiglia, della casa e dei beni materiali. Intendiamoci, non vorrei un ritorno al modo di pensare di centanni fa: penso che portare le nuove conquiste sociali in un contesto di vita agreste creerebbe un risultato azzeccatissimo e naturale. Sì, perchè il senso della grande famiglia contadina di un tempo si creò in relazione alla tipologia di casa in cui si abitava; il passaggio alla città, agli appartamenti, ha diviso e scomposto i grandi nuclei familiari, con gravi conseguenze per il tessuto sociale, vedi anziani soli e giovani senza cognizione.

La mia certamente è una visione ideale, forse elitaria: pochi fortunati che pur godendo dei benefici delle tecnologie moderne vanno a vivere in campagna, dedicando il loro tempo al relax ed ai loro personali interessi. In fondo è ciò che più di due millenni fa si auspicavano i filosofi greci. Tuttavia qualcuno sarebbe costretto a restare nelle città a produrre beni e servizi. Allora, per equità sociale, sarebbe meglio puntare su una soluzione di mezzo con città più piccole e vivibili, senza palazzi ma con tante grandi case stile casale che permettono un maggior contatto umano. Poi, chi volesse dedicare diciotto ore al giorno della propria vita al lavoro sarebbe libero di farlo.

Gli unici beni in cui valga davvero la pena di investire sono il tempo libero e la tranquillità. E’ innegabile che vivere in un posto come quello del film garantirebbe una piena tranquillità, un’armonia con il mondo circostante. Se come un moderno Achille dovessi scegliere tra una vita tranquilla da contadino anonimo ed una vita sfrenata da personaggio famoso, non esiterei a scegliere la prima opzione. Purtroppo la società attuale crea pressione sui giovani affinchè scelgano l’altra strada, con qualunque mezzo decidano di farlo.

Io dico rallentiamo, torniamo ai ritmi della terra, del sole, del cielo stellato. La vita è troppo bella per sprecarla dietro al PIL.

Orrore!!

Sfoglio tranquillo Panorama, bevendo una Menabrea dopo un ottimo piatto di gnocchetti verdi surgelati, e mi ritrovo di fronte un obrobrio partorito da una mussulmana australiana. Già pensare che ci siano mussulmani così fanatici enlla patria del surf, mi stupisce. Non bastasse scopro che sta nascendo una linea di costumi per le ferventi donne islamiche.

Chi osa chiamare questa cosa costume da bagno? Non sembra quella tute a basso costo anni ’80/’90? Il tessuto tecnico reistente all’acqua, al cloro ed agli sguardi da spiaggia non giustifica la definizione.

E dire che la creatrice, tale Aheda Zanetti, ribadisce anche il fatto che questo costume offre un fattore di protezione 50 contro il sole. Ma non mi dire! La prossima estate per evitare scottature potrei andare in spiaggia con la giacca a vento, tanto. Ma insomma. Siccome al peggio non v’è mai fine, la squinternata vuole lanciare la creazione anche alla Olimpiadi di Pechino 2008. Se anche le nuotatrici islamiche fossero dei fulmini, con questo addosso tornerebbero al livello cane idrofobo.

E già si sta preparando la linea per gli altri sport, che dovrebbe piacere anche alle occidentali, almeno a quelle fuori di mela o brutte. Non posso considerare civile una cultura che permette, o peggio obbliga, alle proprie donne di conciarsi in questo modo. Perchè alla fine gli stessi islamici che fanno ciò sono coloro che stuprano le ragazze in occidente. Meglio un sano equilibrio, sia da parte nostra, che ci svetiamo troppo, sia da parte loro.

Così non si fa altro che cercare il muro contro muro, una dichiarazione di apaprtenenza a priori in ogni situazione. Sperano forse di ottenere uno status speciale? Ma che se ne tornassero tutti a casa loro, se integrazione e compromesso non è un termine che fa parte del loro vocabolario. Peccato perchè la cultura islamica, quella del passato, potrebbe offrire anche notevoli spunti d’interesse.

Vedute

Mercoledì sera. Esco dal Club salendo la solita rampa di scale. Alzo gli occhi al cielo e…oibò, ma che stellata! Non avevo mai visto così tante stelle in vita mia. Non che non ci fossero, intendiamoci, soltanto di solito non indosso gli occhiali per guardare il cielo notturno. Erano così tante che faticavo a definire la costellazione di Orione, l’unica che riconosco di primo acchito. La loro luce era così vivida, nitida che mi ha messo brividi di freddo.

In questa piccola esperienza voglio leggerci una metafora: spesso osservare troppo i dettagli fa perdere di vista il quadro generale delle situazioni. Ovviamente dare scarsa importanza ai particolari comporta di ritrovarsi faccia a faccia con qualche brutta sorpresa. Io personalmente soffro parecchio della prima patologia: tengo in conto di tutti gli eventi in gioco, complicando a dismisura il modello che vado a creare; ed il discorso vale sia sul lavoro che nella vita.

Da qualche tempo mi sto scoprendo più pignolo del solito: questiono su dettagli a volte insignificanti perdondomi in ragionamenti assurdi e contorti. Temo che di questo passo a settantanni sarò insopportabile, come quei vecchi a cui non va mai bene nulla. Secondo me è anche effetto del progressivo allontamento dalla pratica del gioco di ruolo; sembra una stupidata, ma di sicuro serve come valvola di sfogo per certe tensioni, per portare a galla atteggiamenti che si reprimono quando si è sul lavoro o in società.

Ultimora

Apprendo ora dal TG5 che sembra confermata l’esistenza di molecole cosiddette organiche al di fuori dell’atmosfera terrestre. Nel servizio se ne deduce che la vita sulla Terra sia venuta dal cosmo. Ecco un classico esempio di disinformazione scientifica. Possiamo considerare una catena aminoacida a base carbonio come vita? Semmai è uno degli svariati componenti che intervengono nel meccanismo vitale. La vita è un processo dinamico, non una semplice molecola. Al limite dalla notizia si può evincere che se altre forme di vita esistono nel cosmo, con buona probabilità, potrebbero essersi evolute mescolando gli stessi mattoni, con buona pace dei fautori della chimica organica con base silicio.

E poi perchè bisogna sempre sottilineare il fatto che queste beneamate molecole sono di origine extraterrestre? Sembra che il genere umano non voglia essere figlio di questo pianeta e dei suoi processi evolutivi. Anelito a porre un principio creatore al di fuori delle nostre quattro mura? Spero tanto di no. E spero tanto che per i servizi scientifici vengano interpellati dei divulgatori decenti. Non chiedo un Odifreddi, ma almeno uno che sia laureato nella materia che si vuole divulgare.

Il valore delle cose

Con quali criteri occorre dare un valore agli oggetti? Gli economisti mi direbbero che il valore è determinato dal mercato, dall’incrocio della domanda con l’offerta. Vero in linea di principio in un regime di baratto, ma con la moneta a fare da controvalore la faccenda si complica. Gli oggetti sembrano acquistare un valore che non sempre rispecchia il loro vero potenziale. O meglio, io sono disposto a sborsare quella cifra per quel dato bene? Dovrei sapere quali sono le mie priorità.

Penso di essermi arenato con il filo logico. Meglio un esempio concreto: Chrysler Voyager 2002, 100.000 Km, 18.000 €; Toyota Corolla Verso 2004, 16.500 Km, 16.900 €. Possibile che una macchina con 100.000 Km costi ancora di più di una quasi nuova? Solo perchè al nuovo costava 40.000 €? Non ci trovo un senso: la prima si romperà sicuramente in un tempo minore. Il suo valore dovrebbe determinarsi in base al possibile uso futuro, non in base al prefissato valore passato. Sposereste un moribondo solo perchè in passato era uno "giusto"? Meglio puntare al giovane che ha più aspettativa di vita.

Mi sa tanto che se continuo a vederla così non comprerò mai un’auto nuova. Non una che piace a me; mi dovrò accontentare di un mezzo che coniughi il prezzo contenuto con una sufficiente capacità di carico. Oppure mi trovo un secondo lavoro che mi alleggerisca la rata mensile.

Meglio meno seghe mentali e più Fusi di testa 2!! Stragnoccheroso!

Ispirazione

Non è che in questi giorni mi manchino gli argomenti di discussione, capita però che le belle disquisizioni mi sovvengano soltanto quando non ho modo di riportarle per iscritto. E se verba volant, idee velox fugit. E’ tutta una questione di avere l’isparazione giusta al momento giusto. E poi è veramente il caso di parlare di attualità? Non vorrei sembrare quello che critica sempre il mondo intorno a sè.

Piuttosto, tra due settimane scarse è Natale. Già preparati i regali? Io ho già sistemato alcuni parenti, ora tocca pensare ai doni per i ragazzi del club. Sono comunque contento che abbiamo già sistemato il Capodanno: gitona di tre giorni a Verona; già scelto il B&B, manca solo il ristorante per la sera del 31. Ho messo le mani su alcune liste di trattorie e agriturismi della zona, ora tocca capire chi offra il miglior rapporto qualità/prezzo.