Notte in questura
Questo sabato avevo già dato problemi organizzativi, per la cena con gli amici che non mi aspettavo, a scombussolare i miei piani. Fortunatamente lo shopping natalizio mattutino ci ha lasciato libero il pomeriggio e non tutto è andato perduto. Ma la tragedia era dietro l’angolo. Giunti all’appuntamento sotto casa di Simone, intravediamo uno strano assembramento con due ragazzini che non conosciamo. Basta scnedere dall’auto per scoprire che Luca è stato tamponato dai due sconosciuti in scooter: una botta alla portiera e uno specchietto divelto, la carena rotta e una caviglia dolorante il bilancio del botto.
La situazione si presenta tuttavia molto ingarbugliata. Il giovane alla guida dello scooter, che cela il suo volto dietro al casco, dice di non avere con sè documenti, nemmeno quelli assicurativi, ma che è pronto a pagare i danni. Giustamente Luca non si fida e vista la ritrosia a fornire le generalità contatta nell’ordine vigili urbani, carabinieri e polizia. Solo i poliziotti risapondono all’appello, ma c’è da attendere. Intanto i due giovani inscenano un piccolo siparietto: il ferito, che non ha voluto farsi portare al pronto soccorso per accertamenti, prende e se ne va, inseguito dall’amico. Simone, vedendoli scappare, sale sulla Yaris e sgomma a tutta velocità, come nei migliori telefilm. Il conducente allora ritorna sui suoi passi.
E’ evidentemente agitato: io suppongo, sulle prime, che voglia insabbiare la questione per evitare problemi con i genitori, invece lui urla e strepita per la sfortuna che gli si è accanita contro tentando di verificare se il mezzo sia ancora in grado di muoversi. Probabilmente vuole approfittare di un attimo di distrazione e telare via, ma Luca non abbassa la guardia. Anche quando il tizio si allontana dicendo che deve ritrovare l’amico zoppicante, si trova braccato da Simone e Luca. Noialtri restiamo ad attendere la volante.
Passano quindici minuti senza notizie. Valeria decide di chiamare Simo: un minuto e mi bussa sul vetro dell’auto gridandomi di correre dietro alla provincia. Paola sale con me e partiamo a tutta birra: si mormora che si stiano pestando. La mia ciccia è già nel panico con il cellulare pronto a comporre il 113. Io penso che non ho mai fatto a pugni con nessuno. Fortunatamente è tutto un falso allarme: Valeria aveva sentito al telefono le urla dei nostri due baldi che cercavano di bloccare la fuga del conducente. Questo, con la scusa più vecchia del mondo, vado dietro l’angolo a pisciare, una specie di mossa Kansas City, è riuscito a nascondersi in qualche anfratto buio della costa del Vernato. Al suo posto entrano in scena due probabili amici del ferito dall’aria non proprio confortante: meglio salire in auto e tornare sul luogo dell’incidente, tanto più che è arrivata la pattuglia.
I due poliziotti constatano la fuga dei giovani e sequestrano il motorino, dicendoci di presentarci in questura per la denuncia dopo un paio d’ore. Sfuma così la cena in quel del Lago Sirio, sostituita da una pizza da Giordano. La seguente ora e mezza la passiamo nell’ufficio della volante a redarre il verbale. Il polizziotto è fortissimo, un Vin Diesel in divisa, gentilissimo con noi e spietato con i due balordi, uno dei quali, il ferito, è stato da poco pizzicato al pronto soccorso che si faceva visitare la caviglia dolorante. Vin ha deciso che il giovane non sarebbe andato a casa finchè non avesse sputato nome e cognome del conducente, e, per far capire che non si scherzava, ha disposto che stazionasse in corridoio, in piedi sull’unica gamba ancora sana, a spremersi le meningi. Sembra che questo ragazzo abbia già dei trascorsi da teppistello.
Nel frattempo si risale al reale intestatario della targa, un marocchino fintamente domiciliato al dormitorio, ma nulla si sa del veicolo: il numero di serie è identico a quello di milioni di altri scooter, pratica che ha fruttato alla Piaggio parecchi grattacapi. Di concerto con altri colleghi, il polizziotto manda una pattuglia nella zona del Vernato per stanare il ragazzino, sicuro di aver capito in che palazzo risieda. Noi siamo liberi di andare: le speranze che il motorino abbia l’assicurazione sono poche, ma il verdetto definitivo si avrà quando sarà stato rintracciato il ragazzo.
Per ora, dunque, dal vostro inviato è tutto. A voi studio.