Asia Carrera, pornostar iscritta all’albo, QI 150.
Vogliamo sostenere che è vittima di un mondo maschilista che l’ha costretta a vendere il suo corpo? O non sarà un bell’esempio di come il femminismo abbia emancipato le donne senza estremizzarne i comportamenti?
È buffo come due scoperte casuali apparentemente distanti, il QI di Asia e le proteste di donne ucraine seminude a Davos, si possano legare in un unico discorso. Come due sapori contrastanti che però esaltano il sapore del piatto.
Come ogni espressione del pensiero umano anche il femminismo si declina in modo diverso per ciascun suo sostenitore. Ecofemminismo, Separatismo femminista, Anarco-femminismo, Femen, Antifemminismo, sono solo alcune categorie riduttive delle sfaccettature. Io per esempio mi sono sempre considerato “femminista” sebbene le mie idee farebbero accapponare la pelle a tante ideologhe del movimento. Ma in fondo cos’è il femminismo? L’affermazione della donna come essere dotato di pari dignità dell’uomo, dopo il lungo monopolio maschile dei secoli passati. Le differenze nascono sulla quantificazione della parità, mentre si dovrebbe puntare alla sola qualificazione.
La capacità non è un buon indice: fisicamente, mentalmente, emozionalmente uomo e donna sono diversi, ognuno con pregi e difetti. Solo la loro unione, sia essa amorosa o lavorativa, dona al mondo un ente completo su cui applicare paragoni. Ying e yang, due facce della stessa medaglia che separatamente mancano di equilibrio. Forse io ho una visione arretrata, ferma al rinascimento, o troppo semplicistica, tuttavia ritengo che la donna vada giudicata in quanto donna e l’uomo in quanto uomo. E la donna, nel mio ideale, decide in prima persona della propria vita e sprizza femminilità nei suoi comportamenti. Ma è la scelta il punto centrale, la libera volontà di decidere cosa fare del proprio io.
Lo stereotipo è sempre in agguato. Io ne ho scelto uno, altre ne scelgono un secondo che le porta a negare certe qualità femminili per poter competere alla pari in un mondo di maschilista. Secondo me non fanno altro che acuire il problema. La soluzione non può che essere nel separare i due mondi e valorizzarne separatamente le qualità; dopo si potrà armonizzare. Ci sono culture che sono più avanti su questo cammino.