Free Bird

Ma come, io scrivo un post ispiratissimo su di un argomento di spessore e nessuno mi lascia il benchè minimo commento? Sono passati i bei tempi in cui avevo decinaia di lettori. Ah, che malinconia…
Comunque, volevo far sapere che mi sto interessando ad un nuovo argomento, il movimento culturale del Transumanesimo (evitate le battute con la transumanza). Trattasi di un filone di pensiero che vuole approfondire e promuovere tutte quelle ricerche, tecnologiche ma non solo, che possono far compiaere all’esssere umano un balzo evolutivo netto, tale da distinguerlo da ciò che siamo ora. Semplificando dei maniaci di fantascienza e cyberpunk applicato. Nel coacervo di ramificazioni penso vi sia posto per riflessioni che meritano di essere approfondite: come cambierebbero per esempio etica ed estetica?

Settimana scorsa grande concerto dei Lynyrd Skynyrd. Che brividi quando si sono fatti chiamare a gran voce per il bis ed hanno attaccato con Free Bird! Davvero imperdibile.

6 thoughts on “

  1. anonimo says:

    Carissimo, Io ti leggo sempre e commento di rado, ma stavolta non potevo mancare! 🙂
    In Romania abbiamo un proverbio: “Dacă tăceai, filozof rămâneai!” … “Se tacevi, filosofo rimanevi!”

    Parola a te!
    Tibi

  2. karagounis78 says:

    Bel proverbio…so che tu sei un afficionados.
    Quindi il miglior filosofo sarebbe un muto?

  3. pibond says:

    Il silenzio è d’oro, ma chi tace non dice niente.
    Da un romanzo di appendice del XXI secolo (*):
    “L’atmosfera piombo’ in un silenzio elequente. Quello appunto dei presenti nel sentire dell’esistenza del movimento culturale del Trans…esimo”. Una voce, dal profondo della sala si alzò e si udì: …”
    ————-
    (*) pervenuto in questo solo frammento che documenta l’esistenza di questo movimento, la cui denominazione esatta si presume sia quella del Transumanesimo.

  4. karagounis78 says:

    Mi par di capire che non sei un fan del transumanesimo. Sotto molti aspetti nemmeno io, ma solo perchè trovo che al movmento manchi ancora un’etica di fondo, qualcosa che ne limiti gli slanci utopistici.

  5. pibond says:

    Domani mi applico a studiare la cosa. A me il prefisso “trans” congiunto all’umanesimo, non mi sconfinfera e, a lume di naso (ma solo a quello, anche se molto illuminante), non pare una cosa seria. Forse ho il raffreddore, nel qual caso mi prostrarrò sul tappeto dell’umiliazione e dello scorno.

  6. IlMendicante says:

    Ricerche scientifiche volte ad un balzo “evolutivo” che renda l’uomo altro da sè: mi pare il movimento ideale di Cecchi Paone e Vladmir Luxuria.

    L’idea del Superuomo è antica, e il progresso scientifico la rende sicuramente più attuale ed eccitante. Tu parli di come cambierebbe l’estetica, però prova a pensarci: il modello culturale di “massa” – quello dei blockbuster estivi, insomma – è già perfettamente “transumanistico”.

    La produzione cinematografica/novellistica/fumettistica/ludica /d’intrattenimento è dominata dal superuomo. Il vecchio eroe anni 80 alla John McClane è morto – noi viviamo nella generazione di Neo, dei supereroi Marvel, dei vampiri di Twilight. L’eroe dei fumetti ha smesso di essere una modernizzazione del mito greco, non è più semplice escapisco ma è diventato un effettivo modello culturale.

    L’uomo si sente inadeguato. La nostra conoscenza si è espansa, il nostro potere è cresciuto a dismisura. Esploriamo lo spazio, abbiamo imbrigliato l’atomo, viviamo in un mondo in un mondo in continua espansione e inevitabilmente l’essere umano inizia a sentire la sua inferiorità.

    Siamo fragili, deboli, infinitesimali in paragone alla potenza e alla velocità (di calcolo, dinamica, di ogni genere) delle macchine che abbiamo inventato. 100 uomini in un anno costruiscono armi che possono sterminarne 100.000 in pochi minuti. Immagazziniamo dati su supporti digitali la cui data di scadenza si misura in generazioni umane, e intanto noi ancora subiamo il flagello delle malattie, invecchiamo e impallidiamo in confronto al mondo che stiamo costruendo.

    Ecco perchè inventiamo eroi che sollevano treni, oppure schivano le pallottole, o sempre più spesso che nemmeno ne hanno più bisogno. Creiamo un mito di un uomo indistruttibile (come era Superman, non a caso uno dei primi eroi nati alle soglie dell’era dell’industrializzazione pesante), di un corpo umano che non sia tanto fragile in confronto a ciò che lo circonda. L’uomo d’acciaio, il Superuomo, il Vampiro, l’incredibile Hulk – non è solo la disperata ricerca di una forma di escapismo e di “eroismo” che possa vivere nell’era delle armi cosiddette “intelligenti”, ovvero l’attualizzazione del Leonida dei tempi antichi. E’ anche e soprattutto una ricerca di un valore nuovo dell’individualità, del senso di un Uomo, come singolo e come animale, che sia ancora in cima alla catena evolutiva e non venga (anche letteralmente) semplicemente schiacciato negli ingranaggi della Macchina.

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